Dalle Scuole Elementari, alle Medie, alle Magistrali
Dall'asilo alle Elementari, alle Medie fino all'ultimo anno delle Scuole Magistrali era possibile frequentare nella Grande Casa. Alcune Suore si erano diplomate o laureate per poter insegnare, altri Professori venivano presi da fuori. Nei primi tempi, alle Medie, non erano ammessi i ragazzi. È proprio grazie al nostro Convento se molte di noi hanno potuto ricevere un'istruzione o un diploma. Infatti molti dei nostri genitori non ci avrebbero lasciato frequentare fuori di Fognano. La maggior parte delle studenti erano interne e venivano dai paesi della Bassa Romagna o dal Ferrarese o dalla zona di Rovigo.
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INDICE- Chierico per la prima volta- Il raid delle mele proibite- La lezione di don Pippo- Un problema molto...facile- Fuga verso il ciliegio- Argomento di battaglia: Le autostrade- Primitivi mezzi di riscaldamento- La punizione infamante- La "bicicletta" e il secchio- Ingenue marachelle- I saggi ginnici- Don Pippo e il peccato del ballo- Le postine di frodo- Si chiamava Lea Guerra- La brava ragazza
Chierico per la prima volta
***Penso fosse la mia prima messa da chierico quella volta e la officiava don Cleto Carmonini. Ad un certo punto lo sentii dire:"Sgabello". Io, a quella richiesta, non trovavo risposta. Il prete, con tono autoritario, sibilò: "Sgabello !" Venne finalmente una Suora a portargli uno sgabello che gli era necessario per arrivare ad aprire il tabernacolo. Ero preparato a tutto, ma dello sgabello ero proprio all'oscuro.
(Romano Visani)
***Quando frequentavo le Elementari dalla Suore, eravamo pochi i maschi. Oltre a me c'era Danilo Cavallari e, mi pare, Wolmer Bombardini. Facevamo anche i chierichetti. A me non piaceva molto però, dopo la messa, ci davano il caffellatte con i ritagli delle ostie. Una leccornia.
(Iginio Chiarini)
***Nelle prime tre classi delle Elementari, avevo Suor Rosa Margherita, insegnante molto severa. Quando doveva mandare un messaggio a qualche suora, incaricava sempre me perchè conoscevo il convento. Ci rimanevo spesso con mia nonna Ninetta che faceva la portinaia e con nonna "Polonia" che, oltre a fare la lavandaia, si occupava delle pulizie dell'asilo. Nonostante questo, una volta mi perdetti e quando ritornai in classe mi sgridò perchè ero stata via troppo tempo.
(Pierina Piancastelli)
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PERLE (dalla scuola elementare)
♦La lumaca è un molleggiante terrestre.
♦Le parolacce di L. Confessa: "Ho detto: sfiga della montagna e budella".
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I RAID DELLE MELE PROIBITE
***Una volta con altre compagne, durante la ricreazione,vidi gli operai che stavano portando su le mele nel magazzino.Li seguimmo per rubare una mela, ma rimanemmo chiuse dentro.
Fummo subito scoperte perchè dovemmo battere sulla porta per farci aprire. A primavera ci portarono a fare le foto nell'orto, quando le svilupparono, scoprirono che mangiavo le fragole e fui sgridata perchè era proibito.
(Pierina Piancastelli)
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Perle (dalla scuola elementare)
☺Ho scoperto perché ho mal di pancia. Vicino a casa mia c'è un gatto spennato che fa un puzzo...
☺Nell'archivio parrocchiale ci sono i bambini che erano sposati.
***Nel 1950 noi maschi iscritti alla prima Media eravamo una decina e le Suore ne approfittarono per fare una sezione maschile. Si preoccupavano talmente di tenerci separati dalle femmine che ci facevano entrare dalla porta dell'asilo e, su per una scaletta, ci mandavano al terzo corridoio. Con me c'erano fra gli altri Danilo Cavallari, Vittorio Bandini, Luciano Mondini, Florio Visanie e due ragazzi di Brisighella. In fondo al corridoio dov'era l'aula, c'era il magazzino dove le Suore tenevano la frutta. Ad una cert'ora, sempre la solita, arrivava una suora col cesto. Io avevo scoperto che apriva il lucchetto con un paio di forbici appese a un chiodo. Aspettavo che se ne andasse, aprivo e mi trovavo davanti a tavoli con lunghe file di mele, di pere, di cachi, tutti ben allineati. Prelevavo un frutto e avevo cura di spostare gli altri in modo che non si notasse il 'buco'. Andai avanti in solitaria per gran parte dell'anno, poi rivelai il segreto agli altri e i 'buchi' da mascherare crebbero notevolmente...Spesso capitava che ci mandassero fuori della porta o perchè copiavamo o perchè chiacchieravamo. A volte ci trovavamo anche in tre o quattro, allora andavamo nel magazzino e ci mangiavamo una mela.
(Iginio Chiarini)
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Perle (dalla scuola elementare)
☺ Quel vaso dove c'era don Antonio come facevano a metterci l'acqua?
☺ Sono caduta e adesso la mia bicicletta è crostata e cigolata.
***Anch'io partecipavo ai raid delle mele, ma a tutto pose fine mio padre con una fila di scapaccioni quando le Suore, inevitabilmente, si accorsero dell'anormale calo della frutta.
Il nostro professore di Lettere era don Pippo Cornacchia, bravo ma terribile. Nei suoi cofronti nutrivo sentimenti contrastanti, però devo a lui se ho ancora il gusto di leggere. Comunque era tremendo. Nei primi due anni di scuola, ci insegnava la metrica latina e ci dava da studiare a memoria pagine e pagine dell'Iliade, dell'Odissea, della Divina Commedia, del De Bello Gallico, e perfino i Sepolcri di Ugo Foscolo. Ma chi è che spiega alle medie I Sepolcri? Però sapeva insegnare e ci ha dato tanto. Il primo anno, a Natale, avevamo già fatto tutte le declinazioni latine e ci assegnò il primo tema. Era il seguente. " Rusticum non rus sed mores faciunt". Non capivamo niente e ci guardavamo l'un l'altro. La prima ora la passammo così, poi ce lo tradusse.
(Romano Visani)
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Perle (dalla scuola elementare)
☺ Per il compleanno mi hanno fatto tanguri.
☺ Il mio bicchiere è stratarente.
LA LEZIONE DI DON PIPPO
***Don Pippo incuteva molta soggezione. Ogni settimana ci dava da studiare una poesia in latino. Io studiavo una settimana sì e una no, alternavo gli 8 con i 4, così facevo la media del 6 che a me andava benissimo. Alla fine dell'anno, però, non mi diede il 6 e mi rimandò a ottobre. Quando mi presentai all'esame mi chiese se avevo imparato bene tutto a memoria. Risposi di sì e allora, "Va pure", mi disse. Non mi chiese niente. Gli bastava di avermi dato una lezione. In effetti l'anno dopo fui più costante nello studio. Col tempo ho anche capito che il suo metodo di insegnamento aveva valore e tante cose le ricordo ancora.
(Iginio Chiarini)
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UN PROBLEMA MOLTO...FACILE
***All' esame di terza Media, il giorno prima del compito di matematica, la nostra Prof. suor Maria Maddalena, ci disse:- Se c'è qualcuno che voglia ancora chiarimenti, venga nel pomeriggio.- Io e Danilo ci andammo. Mentre ci stava spiegando alcune cose, vennero a chiamarla. Aprii una cartellina che era sul tavolo e mi accorsi che c'erano i tre problemi dell'esame con la soluzione. Naturalmente ce li copiammo. Il giorno dopo ne sorteggiarono uno e io mi misi a copiare la soluzione in mala copia. Mi passò accanto la Raffaella Cornacchia, nostra insegnante di ginnastica che ci stava sorvegliando, e mi trovò col compito già fatto. Mi disse:-E questo qui dove l'hai preso?- Risposi:- Ma io sono molto svelto a risolvere i problemi !- Si allontanò per non sollevare un caso, ma aveva certamente mangiato la foglia...
(Iginio Chiarini)
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Perle (dalla scuola elementare)
☺Il ghiro inghiottì una ghiandola.
☺ Anch'io mi sono fatta la pellicite.
FUGA VERSO IL CILIEGIO
*** Eravamo a pianterreno, in fondo al primo corridoio. Non so quale classe facessi. Ero vicino alla finestra e stavo scrivendo. Ad un certo punto alzo gli occhi e vedo Iginio a cavalcioni del ramo di un ciliegio. Da quel momento fu un via vai di bambini che avevano bisogno di andare al gabinetto e facevano una scappata sul ciliegio.
(Romano Visani)
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Argomento di battaglia: le autostrade
***In terza media eravamo in 36, maschi e femmine. L'ultimo giorno di scuola avevamo don Benedetto Lega che ci insegnava Religione e non avevamo preso un regalo per lui. Carlo Savorani passò dalla finestra e ritornò con un mazzo di fiori che aveva certamente preso da qualche aula e che erano stati regalati a qualche professoressa. Lui e Carlo Sangiorgi erano particolari. Sangiorgi veniva sempre con delle pastiglie di potassio per fare i botti e Savorani, simpaticissimo, riusciva a confondere anche la professoressa quando lo chiamava alla lavagna. E si è mantenuto così anche nelle Superiori perchè, qualunque argomento gli chiedessero, faceva in modo di parlare delle autostrade. Si vede che c'era un brano sulle autostrade che aveva imparato bene. Sempre in terza Media una volta alla lavagna aveva sbagliato. Saltò su una "secchiona" di Brisighella a farlo notare e lui le promise uno 'gnocco' sulla testa. Riusciva a farci credere tutto, per esempio che, se infilava un dito nella presa, la corrente passava attraverso il suo corpo accendendo una lampadina. E la lampadina si accendeva. Forse aveva un filo e una pila nascosti dietro la schiena, ma io non l'ho mai saputo. Eravamo molti e tanto vivaci . I professori facevano fatica a controllarci.
(Delia Mondini)
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Perle (dalla scuola elementare)
☺ Ieri sono andato a caccia di cucciole.
☺Ho letto un brilicino dove c'era scritto che la mucca si unge.
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PRIMITIVI MEZZI DI RISCALDAMENTO
*** (anno 1932) Prima che mettessero il riscaldamento, nell'aula di Scuola Media al primo piano, l'aria veniva, per così dire, riscaldata da un padellone di braci posato sul pavimento davanti ai tavolini. Ogni tanto una di noi si alzava per andare a smuovere le braci. Alcune avevano lo scaldino che prendevano a noleggio dalle Suore. Quando si entrava, all'ingresso c'erano gli scaldini preparati. Duravano poche ore perchè le Suore ci mettevano la carbonella. Ogni suora teneva lo scaldino sotto lo scapolare. In corridoio noi correvamo loro incontro perché ci lasciassero scaldare le mani. Una volta la mia nonna mi diede i soldi per comprare uno scaldino. Lo comprai nella botteghina di Teresiena. Era bello, di coccio, fatto a tulipano, ma non era funzionale e poi le braci che ci metteva la mia mamma duravano poco. Un giorno, quando uscii da scuola, davanti alla macelleria di Derié, mi cadde e si ruppe. Non lo dissi alla nonna per non darle un dispiacere e da allora feci senza.
(Ada Ciani)
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Perle ( dalla scuola elementare)
☺Quando arrivò il tempo che le uova si aprirono, uscì dall'uovo un falcetto.
☺L'albero, specialmente il melo, è importante per Damo e Deva.
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***Eravamo a lezione di Matematica con suor Maria Maddalena. Avevamo come al solito lo scaldino. Quel giorno avevo portato con me delle castagne e le misi sulle braci per arrostirle. Ben presto si diffuse nell'aria l'odore delle arroste e la suora capì subito da quale scaldino proveniva. Disse:"Chi ha le castagne, si alzi in piedi." Io feci finta di niente, anzi, mi voltai indietro come per vedere chi si sarebbe alzato. Suor Maria Maddalena ripetè con più forza. "Chi ha le castagne, si alzi !" Io mi voltai di nuovo e lei mi arrivò un ceffone dicendo:" Così impari a dire le bugie !"
(Oneglia Lanzoni)
LA PUNIZIONE...INFAMANTE
***Quando noi esterne entravamo, sotto ogni luce del corridoio, c'era una ragazza interna in penitenza. Una volta ci sono stata anch'io con un torsolo di mela legato al collo. Era ciò che restava del 'corpo del reato', della mela che avevo rubato durante un giro all'orto. Ogni volta che sopraggiungeva qualcuno, con uno scatto veloce della testa, facevo sparire il torsolo dietro il collo.
(Teresa Benini)
Questo tipo di punizione, a quei tempi, cioè negli anni trenta, era abbastanza frequente: la ragazza veniva fatta inginocchiare nel corridoio sotto una lampada e lasciata "in mostra" per un certo tempo. Una interna, rea di non lavarsi abbastanza, fu sottoposta alla pena con un paio di mutande appese sul petto.
C.C.
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Perle dalla scuola elementare
♣Il cacciatore vedò la lepre, ci sparò, la colpò e se la mangiava
♣Il mio babbo si mette a saldare il ferro e si taglia. Dopo va dal padrone con mia sorella e gli dice: “Io adesso cambio lavoro”. Va dal dottore, se lo fa fasciare e va a fare il comunista
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LA "BICICLETTA" E IL SECCHIO
***Ero alle Medie. A mezza mattina andavo, con altre compagne, a prendere la merenda da suor Matilde. Consisteva in una fetta di pane spalmata di marmellata. La pagavamo una "bicicletta", cioè 4 soldi. Noi insistevamo perché aggiungesse della marmellata e lei diceva:- Ma siete proprio cocciute!" Così finimmo per chiamarla suor Cocciuta.
(Oneglia Lanzoni)
***Suor Maria Maddalena Donati, insegnante di matematica, era una suora progressista. Era intelligente e aveva una mente veramente matematica. Alle ragazze diceva: "Tenete le gambe in un secchio" Infatti chi le tiene nel secchio, sta composto!
(Romano Visani)
***C'era la neve alta e stavamo facendo le pallate coi ragazzini fuori del portone. Quando la suora aprì perché entrassimo, io le dissi:" Aspetti un po'" ...e mi presi 7 in condotta nel trimestre.
(Teresina Benini)
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Perle dalla scuola elementare
--Il nido di cardellino l’abbiamo trovato nel ciambuco
-I ceci usano il cane per farsi guidare.
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INGENUE MARACHELLE
***Tra i maschi più vivaci della Scuola Media c'erano Carlo Savorani e Paolo Ceroni. Per i trasferimenti li facevano passare dall'esterno, forse perché non avessero occasione di incontrare qualche studentessa. Un giorno passarono davanti alla finestra della nostra aula. Carlo, al quale era stato detto di non parlare, cantò :" Pablo mira a stuzzicar le ragazze nel passar ". Era una canzone del tempo, ma mi fece morir dal ridere perchè Pablo (Paolo) era davvero presente. Rise anche la professoressa Cassani che pure era severissima.
(Vanda Melandri)
***Con me alle Media c'era Benedetto Coppola, figlio del proprietario del bar Aurora di Brisighella. Veniva sempre con un sacchetto di caramelle, ma riusciva a mangiarne poche perché gli sparivano. Era un po' imbranato. Sparivano anche i panini dalle tasche dei cappotti dei bambini di prima media. Noi andavamo dagli attaccapanni e frugavamo. Pian piano, però, cominciarono a farsi furbi e non glieli lasciavano più. Un'altra marachella che alle Suore sembrava grave, ma che per noi rappresentava una grande avventura, era di riuscire ad 'evadere', cioè ce la svignavamo. Raggiungevamo la vetrata del corridoio che dà sul cortile dell'orto, uscivamo sul terrazzo e guardavamo dall'alto le ragazze che facevano ginnastica.
(Iginio Chiarini)
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PERLE ( dalla scuola elementare)
♦ Posso andare a bere? Ho una sete della materia!
♦ Posso scrivere: Ieri il granchio si è rotto le scatole?
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I SAGGI GINNICI
Negli anni 50, al termine dell'anno scolastico, si facevano i Saggi Ginnici. Li preparava la Raffaella Cornacchia che era bravissima. Consistevano in movimenti ritmati eseguiti con bandierine, cerchi, nastri...C'era molta varietà perchè ogni classe li faceva diversi nel genere e nel sottofondo musicale. Molte volte le figure erano geometriche, tipo quelle del caleidoscopio. Talvolta erano veri e propri balletti. Era curata la simmetria ed erano spesso alternati da canti di significato patriottico. Sapevano un po' del vecchio regime e proponevano ideali ai quali poco si credeva più, nemmeno da parte di chi li proponeva. Una volta cantammo "Fratelli d'Italia". Arrivati all'ultima frase "italia chiamò" che termina col grido "SI'," don Pippo, che era il Preside, disse: "Morireste piuttosto di indigestione!" Poi si cantava "Le campane di San Giusto" ed era sempre di rigore l'Inno del Collegio Emiliani, fatto di versi astrusi e contorti. Ne ricordo le prime strofe:
Prima strofa
Tra chiostra di monti,/ sorrisi di verde/ e l'umili case/ t'adergi sovrano/ Collegio Emiliani/a dirci del sano di fede ai verdi anni/ smarrito tesor.
Ritornello:
Per te rinnovato,/o fonte inesausta d'affetti/ ritorna, ritorna/all'umile cor.
Seconda strofa
Nel chiuso fervore/dell'anima accesa/ardì l'Emiliani l'audace pensiero/ cui porse le ali/per l'arduo vero:/ l'angelo Brenti/ con grande fervor.
L'insegnante di musica, che era la Giacometti Geltrude, la Tudina", si raccomandava di cantarlo in sordina e di alzare il tono, con molto fervore, alle parole"Collegio Emiiliani". Noi le chiedemmo il perché e lei rispose candidamente: " Perchè è brutto!"
La Fella Cornacchia cercava di intervallare i saggi ginnici con delle poesie, a volte con canti sia del repertorio patriottico, sia di Verdi e altri, come Il Coro dei Lombardi alla Prima Crociata, La Vergine degli Angeli ecc. Assisteva ai saggi sempre molta gente. Poi smisero di farli, forse perché richiedevano un impegno notevole, forse perchè a volte occorrevano costumi (come quelli, bellissimi, delle giapponesine) e bisognava pagare il noleggio e c'era chi protestava. O forse semplicemente perché la Fella se ne andò e chi le subentrò non si sentì più di svolgere un lavoro di preparazione improbo come quello.
Anche i maschi partecipavano ma a loro erano riservate gare di corsa, di salto, asse d'equilibrio.
(Vanda Melandri)
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PERLE *** (dalla scuola elementare)
♣ Nell' antico Egitto avevano costruito una piramide, uccidevano i faraoni e lì c'era una città che si chiamava città dei morti.
♣Ai morti mettevano una specie di prodotti pussolenti che la gente del villaggio non la potessero sentirla.
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Ho una foto dei primi anni 50 dove porto la bandiera durante la sfilata, prima del Saggio Ginnico di fine anno. Indossavamo una maglia celeste di lana, e a me la lana fa diventare la pelle color carota. A causa di quella benedetta maglia, la ginnastica era per me un supplizio.
(Romano Visani)
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***Quando sono stata interna, al pomeriggio ci badava suor Rosa Giuseppina. Eravamo divise in quattro gruppi: piccole, mezzanelle, mezzane e grandi. Saremo state un centinaio, senza contare le educande. Non avevo voglia di studiare e, in prima media, l' ora che preferivo era quella di Economia Domestica con suor Maria Tecla. Ci faceva ricamare. Ho ancora una tovaglietta da tè con sei tovagliolini che ricamai a punto scritto.
(Adriana Carroli)
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DON PIPPO E IL PECCATO DEL BALLO
*** Frequentavo la seconda Media e allora organizzavano la Festa dell'Unità sotto i tigli del mercato. Io andai lì a ballare con Fella. Non ballai con i ragazzi o coi bambini, ma solo con lei, sulla piattaforma di legno che montavano nei pressi della fontana. La mattina seguente andai a scuola tranquillamente. All'improvviso entrò il Preside don Pippo Cornacchia. Quando lo vedevamo, tremavamo tutte come le foglie d'autunno. Disse all'Insegnante: -Interroghi la Rossi che la sera, invece di studiare, va a ballare e fa le ore piccole.- Un po' per l'emozione, un po' per la presenza del Preside, l'interrogazione non andò tanto bene.
(Maria Pia Rossi)
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Perle (dalla scuola elementare)
♦Nel presepe Gian Giuseppe è vicino a Maria.
♦B. alla maestra: Ti do l'incarico...ti do il permesso...posso andare a fare la punta?
hhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
LE POSTINE DI FRODO
***La Scuola Magistrale è stato un bel periodo per me. Lo studio era preso un po' sottogamba. Forse era dovuto anche alle insegnanti che non erano abbastanza severe. Era bello perché la vita di gruppo, di classe, mi piaceva. Io ero una mattacchiona. Con le interne c'era un buon rapporto in quanto, tramite noi esterne, avevano notizie di quello che succedeva, o sui divi o i cantanti del momento. In convento non c'era la televisione e non ascoltavano nemmeno la radio. Io facevo anche da fermo-posta per una ragazza che aveva il fidanzato. Le lettere lui le indirizzava a me e io gliele portavo, altrimenti non le avrebbe ricevute perché le Suore non gliele avrebbero mai date. Per qualche anno sono rimasta interna fino alla sera. Ci stavo bene poichè mi piacciono gli orari fissi e le regole. Accettavamo la disciplina perchè era così, era normale. C'era quasi il terrore di venire chiamate dalla Madre per qualche marachella. Durante la ricreazione in cortile, lavorando con un chiodo per vari giorni, riuscimmo a fare un buchetto nel portone di legno che si apriva verso il Parco della Rimembranza. Di lì le interne guardavano fuori per vedere...il mondo.
(Malva Ferretti)
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***Le interne spesso mi incaricavano di comprare per loro una cioccolata, un pezzo di pizza... Questo lo facevo abbastanza volentieri anche se non era permesso, ma una volta una mi voleva dare una lettera da imbucare. Avevo paura che le Suore me la trovassero, ma lei insistette tanto che la presi e l'imbucai di nascosto anche dai miei genitori. Stetti male quel giorno e mi sentii a disagio per vari giorni. Le lettere in partenza dovevano passare prima dalle mani delle Suore.
Suor Maria Maddalena ci faceva spesso lezione di saper vivere. Ricordo che diceva:-Quando sarete sposate, se vostro marito vuole andare al bar, lasciate che vada."- Forse si regolava su quello che sentiva dalle sue nipoti. Quando Gigi cominciò a "filare" con me, chiamò i miei genitori e disse loro che non eravamo assolutamente fatti l'uno per l'altra. Non so proprio dove poteva aver preso un'idea del genere.
(Magda Ceroni)
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PERLE (dalla scuola elementare)
♦Mi ha sbarabocchiato con la biro!
♦I semi hanno fatto le piadine.
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***Da ragazzina ero un po' discola. Con le mie battute facevo ridere le altre, ma io ero capace di frenarmi e loro no. Per esempio, suor Pier Damiana, mia compagna di classe, era costretta ad uscire dall'aula per riprendere il controllo. Nel frattempo io rimanevo impassibile e la professoressa non sapeva chi aveva provocato il riso.
Una volta avevano nominato la nuova Madre Superiora e suor Rosa Giuseppina ci disse. "Su, venite che andiamo a dire "Viva La Madre!" Per fare dello spirito, io dissi:"Sì, viva l'oca!". La suora mi sentì e mi mise in ginocchio nel corridoio.
Ultimamente, quando le ricordavo quell'episodio, suor Rosa Giuseppina si mostrava dispiaciuta per la penitenza che mi aveva dato. Forse capiva meglio le piccole"bravate" delle ragazzine di allora.
(Teresa Benini)
ùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù
*** !942- Si chiamava Lea Guerra quando la conobbi. Entrò nell'aula che chiamavamo "della signorina Mattioli" vestita di un grembiule nero come quello che indossavamo noi. Portava gli occhiali e i suoi occhi dietro le lenti erano scuri e ridenti. Sedette dietro di me, nella seconda fila, e potei solo sbirciarla. La vidi bene quando mi voltai a guardarla perché l'avevo sentita prorompere in una risata non so per quale piacevolezza fosse uscita dalla bocca dell'insegnante o dell'interrogata di turno. La sua risata era contagiosa noi non aspettevamo altro che di poterci associare alla sua ilarità Era nata nel 1915 dunque più grande di noi e al primo vederla ne avemmo un briciolo di soggezione che si sciolse, credo, a quella prima risata.
Era entrata in convento come postulante o conversa, ma non aveva ancora la veste e il vestito bianco. Poi diventò Suor Pier Damiana. Non ricordo i suoi primi tempi da suora perché allora insegnavo a Lavezzola e non andavo spesso in convento. La ritrovai dopo, quando era già Madre Superiora, e ho goduto sempre della sua amicizia. Non era la Madre dei tempi in cui, studentesse e frequentatrici del ricreatorio, quando avvistavamo la Madre lungo il corridoio facevamo l'esame di coscienza, assumevamo comportamenti ineccepibili e andavamo a farci tendere la mano per baciare l'anello benedetto... Era la Madre che sapeva essere vicina e sempre amica, nella lode e nel rimprovero. Una donna determinata e forte che tendeva al cielo, ma misurava bene la terra e le cose terrene e non abbassava lo sguardo altro che, penso, davanti all'altare. Sapeva sorridere, ma anche ridere di gusto e ancora le sue risate le richiamavano lacrime agli occhi.
1999- In vita è stata di esempio e di stimolo a coloro che ricorrevano a lei. "Prendi la tua croce e seguimi" forse avrà detto anche a mio marito quando, come lei, imboccò l'ultimo doloroso cammino. E immagino lei col riso che le imperla e le fa brillare gli occhi nella luce per raggiungere la quale ha percorso il suo cammino nel mondo. Grazie, Suor Pier Damiana per essere stata com'era: una compagna di scuola alla pari con noi...ma con una marcia in più.
(Ada Ciani)
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PERLE (dalla scuola elementare)
♦Il tacchino leccava l'insalata.
♦A casa mia è venuto l'ufficiale dell' agragrafe.
LA BRAVA RAGAZZA
***Ho frequentato nel convento l'ultimo anno delle Magistrali. Ero con Domenichina Frontali, Lorenzina Ferroni, Amalia Carroli e Pasqualina Diletti. Eravamo le esterne della nostra classe. La mattina entravamo presto. Sulla stufetta della nostra aula ci facevamo la cioccolata in tazza. Delle volte abbiamo arrostito le castagne. Quando c'era lezione di Musica, invece di fare i solfeggi, ballavamo con grande disperazione della Professoressa Matteucci. Suor Maria Maddalena, molto dinamica, intelligente e moderna, ci insegnava Matematica, Fatma Tedioli Ginnastica e suor Pier Damiana Religione. Aveva una grande fiducia in me e diceva:" Che brava ragazza!", perché mi vedeva attenta, ma non studiavo molto la sua meteria. Per un certo periodo sono stata anche interna. Mi sono trovata bene.C'erano le due sorelle Tedioli suor Maria Amalia e suor Maria Tecla. Erano gentili con me. Ho trovato un ambiente sereno. Tra noi ragazze eravamo molto affiatate. Anche se mi applicavo poco, il miglior ricordo che ho della scuola è proprio quell' ultimo anno a Fognano.
(Giovanna Borzatta)
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♦Alle dieci e mezzo andiamo a fare la creazione.
♦Maestra, posso scrivere tararà che è una canzone?
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***Nelle classi superiori mi era stato assegnato l'incarico di mettere la legna nella stufa. Quando arrivava, la Signorina Matteucci, insegnante di musica, che aveva gli occhi sporgenti a causa della tiroide, apriva il registro e diceva: "Adesso interroghiamo"oppure "Adesso aprite il libro che facciamo un po'di solfeggio." Le mie compagne si voltavano tutte verso di me e io capivo che cosa volevano. Mi alzavo e, di nascosto, chiudevo la valvola nel tubo della stufa. Poco dopo il fumo riempiva l'aula che diventava irrespirabile. La professoressa, con gli occhi che le lacrimavano, ci portava allora nell'aula di musica dove ci faceva cantare 'La codina del topolino', così l'interrogazione e il solfeggio erano evitati. Peccato, se avessi preso più sul serio le sue lezioni, ora conoscerei meglio la musica e mi servirebbe anche coi miei scolari delle elementari.
(Malva Ferretti)