LA DOMENICA POMERIGGIO AL RICREATORIO
In questa pagina, trascrivo le testimonianze delle ragazze fognanesi che frequentavano il Convento tutte le domeniche pomeriggio. Era il ritrovo per eccellenza, tranquillizzava i genitori e dava alle ragazze l'opportunità di trovarsi insieme per giocare, scherzare e passare qualche ora in allegria. Non c'erano altre possibilità di divertimento nel paese, le maglie della sorveglianza dei genitori erano strette e, tutto sommato, quel 'rifugio' era un'opportunità piacevole. I ricordi ricostruiscono una realtà fatta di ingenuità, di parentesi giocose di una semplicità ormai sconosciuta, una vicinanza che era amicizia, condivisione e, molto probabilmente, sono venati di nostalgia.
Ogni tanto le ragazze partecipavano agli Esercizi Spirituali, dove più che il cibo spirituale, dominava il gusto, talvolta anche il brivido, dell'avventura. Il solo fatto di passare la notte nelle camerate del convento procurava loro un senso di paura e di divertimento allo stesso tempo.
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Perle dalla scuola elementare
♣Lei è una maestra, simpatica, affettuosa e anche perdonabile.
♣La gallina è incinta, inizia a covare e gli salta fuori un bel uovo.
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Le cicche pluri-masticabili
>>Andare dalle Suore la domenica pomeriggio era l'unico divertimento. Eravamo divise secondo l'età. Io ero con Stefania Monduzzi, Fella Ceroni, Rosa Farina, Elga Cantoni... Siamo tutte della stessa età. Abbiamo avuto suor Maria Francesca e suor Teresa Giovanna che ci faceva il catechismo.Avevo tra i 14 e i 15 anni perché andavo già da Luisa Fabbri a imparare di fare la parrucchiera.Per l'esame di catechismo, veniva da Faenza un prete dalla faccia tonda. Mentre aspettavamo che ci chiamasse nella sala di musica per l'interrogazione , passeggiavamo in su e in giù nel corridoio tutte emozionate. Io quel giorno non andavo nemmeno al lavoro..
Fella era la più vivace. In quel tempo la mia amica più grande era Marta Cornacchia. Siccome lei aveva maggiori possibilità economiche, possedeva l'orologio. Quando giocavamo ce lo prestava e lo dava quasi sempre a me..Ancora adesso Stefania mi dice che soffriva molto per questo.
Allora c'erano le cicche tonde e colorate. Ci mettevamo in fila, ci passavamo la cicca e la masticavamo un po' per una. Quando avevamo finito il giro, la padrona della cicca finiva di masticarla lei.
C' era una finestra che dava nel cortile dell'asilo, dalla parte della giostra, ed era quella della stanza dove le Suore tenevano il pane.Ogni tanto si affacciava una suora e ci dava 'il sederino' della pagnotta. Era così buono! In convento non era permesso ballare, nemmeno tra ragazze ed era proibito giocare a carte.Una domenica pomeriggio, con Stefania e Rosa, andai al Circolo di Castellina dove si ballava. Le Suore lo impararono e mandarono a chiamare le nostre mamme e ci punirono. E pensare che non avevamo nemmeno ballato...
(Giovanna Samorì)
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Perle dalla scuola elementare
-Nel salumificio si fa il cibo per dare da mangiare agli ospiti dei salumi.
-La legge principale dello stato è la Sostituzione
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La portinaia severa: suor Maria Colomba
>>Mi piaceva andare dalle Suore la domenica. Noi ci divertivamo lì. Dalla Piazzetta andavamo su e chiamavamo le altre, prima Bruna Zaccarini, poi Teresa Scarpa, poi Malvina Ferretti. Mi piaceva tanto di andare a chiamare la Carla Ciani perchè aveva l'osteria. Mi piaceva l'osteria con quelle tavole lunghe e le panche. Poi andavamo su fino alla stazione e chiamavamo Maddalena Casadio. La sua mamma, prima di lasciarla uscire,voleva sempre che andasse in bagno anche se non ne aveva bisogno. Se arrivavamo un po' in ritardo e avevano già chiuso il portone dell'asilo, dovevamo passare dal portone di sopra e nessuna si azzardava a suonare perché c'era suor Maria Colomba che ci sgridava e ci dava molta soggezione. Un anno facemmo la Befana. Tutte insieme, compresa Imelde, che era una delle mie amiche e abitava nel casello di Ca' di Luchino, comprammo mandarini, castagne, carrube e le mettemmo in un cesto. Suor Maria Francesca lo nascose e ci divertimmo tutto il pomeriggio a cercarlo.
(Assunta Mondini)
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Una ragazza timida
>>Ho sempre amato l'aria aperta, il cielo, gli animali, la natura, quindi la domenica non mi piaceva di andare dalle Suore. Preferivo andare a Valdoleto a correre nei campi con Mimmi, oppure dalla nonna nelle Case Operaie. Con lei andavo a raccogliere i radicchi o a spigolare nei campi di Ca' di Vaso.. Ero timida, impacciata. I corridoi del Convento, che per me erano interminabili, mi davano un senso di oppressione. Tutto quel lucido, quella simmetria di piastrelle...All'asilo diedi i primi segni di disadattamento. Ero forse troppo attaccata alla famiglia, chissà, al cortile, oppure non sapevo legare. Non ero socievole come Stefania, Giovanna, Elga o Elda. Ero diversa .Le altre le vedevo belle e io invece mi sentivo quasi il brutto anatroccolo, quindi stavo sempre un po' in disparte.Forse mi sono trovata sempre a disagio perché quell'ambiente era troppo diverso dalla mia cucina col pavimento sgangherato, sempre cosparso di fili, di bottoni, di ritagli di stoffa colorata. La mia mamma faceva la sarta quindi c'era disordine, specialmente verso il fine settimana. Al contrario c'erano là quegli ambienti lindi, puliti e anche le Suore con abiti impeccabili, senza una macchia. Per me erano senza macchia fuori e senza macchia dentro. Per questo le consideravo esseri diversi dalle persone a cui volevo bene. Stavo bene nel mio cortile polveroso dove stanavo i ragni dai buchetti, oppure coltivavo un piccolo orto e un piccolo giardino.
Provavo più simpatia per le Suore dal velo bianco perché le vedevo affaticate,sudate come la mia nonna, e le sentivo più vicine.
(Maria Pia Rossi)
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Perle dalla scuola elementare
- Il giorno è il tempo che va dallo sputare del giorno al tramonto
- Maestra, sai che c'è un gatto esquimese fuori della finestra?
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I "burattini" a Roma
>>Quando ho cominciato ad avere dei problemi d'amore, ho avuto molta confidenza con suor Pier Damiana.MI ascoltava, mi consigliava. Aveva un cuore grande così.Quando è morta, è stato come se fosse morta una parte di me. Le ho fatto anche dei dispetti, come quando ci portò a Roma nel 1950 per l'anno santo. Io insieme ad altre ci eravamo allontanate e lei piangeva perchè temeva che ci fossimo perse. Nella Cappella Sistina io ridevo, ridevo e con me rideva anche la Flora Ceroni. Dopo il prete ci voleva portare a Villa Borghese a vedere i burattini. Suor Pier Damiana disse:" Li avete magari fatti voi i burattini. Sempre quella Caterina!". Delle volte capitava che la colpa la prendessi io, ma non era sempre la mia.
(Caterina Savorani)
>>Nel periodo in cui suor Pier Damiana era ricoverata a Bologna, ero andata da mia sorella che abita lì e le dissi che volevo andare a trovare la suora. Mia sorella mi accompagnò al Sant'Orsola. Raggiunta la stanza, bussai garbatamente, con una gran soggezione. Una vocina disse: Avanti. Entrai, vidi una donna con gli occhi azzurri, i capelli neri corti con taglio moderno, una donna bellissima. Imbarazzata, mormorai ''Scusi'' e mi ritirai. Sentii: "Ghetti, vieni avanti che ti vedo volentieri". Era proprio lei.
(Bina Ghetti)
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Perle dalla scuola elementare
-Signora, per dire che la mia mamma dava la polvere, ci devo mettere con lo strazio o con il blacco?
-La mia mamma accetta gli scherzi quando è di luna piena.
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>>L'arciprete Cantagalli teneva molto alla serietà delle ragazze. Una volta mi disse:''Vengono sempre su da Brisighella dei ragazzi per Noemi. Lo dica alla sua mamma.' Io chiamai la mamma, la misi al corrente e lei rispose: ''Se vengono su, che cosa ci posso fare io?'' Non è che Noemi fosse una ragazza 'svelta' ma a lui i maschi facevano ombra. Diceva:''Quelle ragazze sono delle civette.'' Però era generoso. Quando la Madre comprava il grano, gliene lasciava due quintali gratis per le ragazze quando avevano fame. Così, quando la domenica qualcuna mi diceva che aveva fame, le davo il pane. E poi, prima del tesseramento, mi dava duemila lire per pagare la tessera a quelle che non se lo potevano permettere. A volte mi diceva:''C'è un bel film, le porti'', e andavamo a vederlo, naturalmente di pomeriggio.Nessuna delle ragazze portava i pantaloni. Suor Teresa Caterina diceva:-Seguire i tempi !'', voleva dire che bisognava stare come una volta, educare e vestire come una volta. Ma non si poteva pretendere quello che si faceva nell'800. Insomma si cercava di concedere un po', però le maniche dovevano arrivare al gomito, le sottane dovevano coprire il ginocchio e occorreva avere le calze o i calzini.
(suor Maria Francesca)
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Perle dalla scuola elementare
♣IL Danubio attraversa Malgrado capitale della Iugoslavia.
♣ La Bibbia inizia dalla ricreazione del mondo.
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Sul cedro
>>Era una domenica fredda e io avrò avuto 14 anni. Con Mariulì e Bianca Della Verità ci arrampicammo sul grande cedro del Libano alla montagnola. Di lassù vedevamo oltre le mura el convento e chiamavamo la gente che passava per la strada. Ad un certo punto passò Gioconda della Palazzina, la mamma di Luciana Tredozi. Era tutta elegante, i capelli col concio e una bella volpe grigia sul cappotto. Noi chiamavamo:- Signora dalla volpe! Signora dalla volpe!- ma lei, non capendo chi la chiamava, non si voltò.Suor Maria Maddalena da sotto l'albero ci ripeteva :-Venite giù!- Quando ci decidemmo, fu un'impresa difficile. Salire era stato facile, scendere invece fu tutt'altra cosa e ci scorticammo tutte le gambe.
(Carla Montuschi)
>> Una volta, per l'Ascensione, facemmo una processione e avevamo ciascuna una candela accesa. Ad un certo punto abbiamo sentito odore di capelli bruciati. Abbiamo subito spento le candele, ma il giorno dopo ci siamo viste in tre coi capelli tutti bruciacchiati.
(Antonietta Ferniani)
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>>Non ho ricordi sgradevoli del Convento. Quando ci torno, mi ritrovo bambina con tutte le Suore. Ognuna di esse ha un po' della mia vita là dentro e ho dei bei ricordi con tutte. Elga, Ileana, Marta, Rosa e Giovanna erano le mie amiche preferite. La domenica pomeriggio saltavamo con la corda. Due la giravano e una andava sotto. Fella vinceva sempre, batteva il record di salti. Cominciavamo a vedere la televisione nel Circolo Repubblicano e guardavamo Carosello. Dalle Suore poi rifacevamo le scenette e suor Anna Maria diceva:-Ma fanno proprio così?- Tutto la meravigliava.
(Stefania Monduzzi).
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Perle dalla scuola elementare
-L'acqua è una sostanza mineraria bagnosa
-In chiesa c'è la sacra stia.
>>Le Suore, allora, avevano il velo che di qua e di là dal viso faceva come da paraocchi e noi ne approfittavamo quando andavamo a fare un giro all'orto. Ci mettevamo d'accordo io e Maria Cornacchia. Una stava davanti con la Suora e l'altra rubava una noce, una ciliegia, una mela, una susina, secondo la stagione. Com'erano buoni quei frutti, presi di nascosto...
(Bruna Albonetti)
>> Le mie amiche della domenica erano soprattutto Orsolina Benini, Bianca della Verità, Dilva Melandri, Caterina Savorani. Una delle nostre marachelle era quella di andarci a chiudere tutte insieme nei gabinetti per passarci una sigaretta e darci poi da fare per cacciare il fumo.
A carnevale facevamo una festa che consisteva nel mangiare qualcosa insieme e poi ballare tra di noi. Una volta mangiammo la salciccia Enrichetta Scarpa, nel fare una giravolta nel valzer, sentì che lo stomaco stava per rivoltarsi. Uscendo dalla sala, disse:-Oddio, la mi suzessa! (Oddio, la mia salciccia!). Era più dispiaciuta per la salciccia che sarebbe andata perduta che per la nausea e il malessere.
(Maria Cavalli)
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Perle dalla scuola elementare
-L'anno della Chiesa si chiama linguistico
-Sui dolci si mette un liquore che si chiama rosario.
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>> Ci badava sempre suor Anna Maria. C'erano con me la Giuseppina Benini, l'Oneglia Lanzoni, le due sorelle Zaccherini e altre. A una mia amica sarebbe piaciuto di venire a divertirsi un po' con noi, ma non aveva le scarpe. Io riuscii a convincerla a venire con le pianelle di stoffa, fatte in casa, che portava abitualmente. Lei, tutta felice venne.Tutte le altre la guardavano , ma la persuasi a non farci caso e si divertì molto a giocare in cerchio a "O che bel castello" e a "O quante belle figlie, Madama Dorè".
(Giuliana Ceroni)
>> Il pane scarseggiava, la Flora Ceroni del Mulino della Torre a merenda aveva il pane bianco. Quando era ora di mangiare, scappava a nascondersi perchè noi la inseguivamo per rubargliene un po'.
( Teresa Benini)
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>> Dovevamo fare la festa di carnevale, allora andammo dal prete di Ghiozzano a chiedergli in prestito il grammofono. Era di quelli con la tromba e la manovella.Subito brontolò, non ce lo voleva dare, poi, per non dispiacere alle Suore, ce lo concesse. Ballammo, tra di noi naturalmente, fino alle 22.Ci vide il fratello maggiore di suor Pier Damiana e ci disse:-Ohi, ragazze, la prossima volta ve li porto su io i giovanotti !- Suor Pier Damiana lo fulminò con lo sguardo e lo rimproverò con uno deciso:-Sta zitto!-
(Bruna Albonetti)
>>Verso i 12/13 anni dalle Suore mi trovai con Domenica Pompani, Elda Cornacchia, Antonietta Mondini. Durante l'inverno qualche volta la Suora ci lasciava ballare, ma dovevamo tenerci a distanza, non voleva che ci abbracciassimo. A circa 16 anni dovetti smettere di andarci perché dovetti andare a lavorare nella casa di Maria di Timirlé che aveva anche un negozio di alimentari, e la domenica dovevo pulire il negozio.
I pomeriggi trascorsi nel convento sono stati i più belli della mia adolescenza. Almeno là non dovevo lavorare e potevo pensare solo a divertirmi.
(Mafalda Esteri)
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Perle dalla scuola elementare
♣La contadina taglia il grano e anche il contadino.
♣Cara Antonella ti amo e non so se ti amo. Ciao e mille baci. M.
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>>Il periodo più bello è stato tutto il tempo che sono andata dalle Suore. Castigo o no è stato il tempo più bello della mia vita.. Di ridere mi è sempre piaciuto. Eravamo tutte amiche, tutte unite.Ripenso spesso al tempo che ho trascorso dalle Suore e dico a mia figlia che lei non se lo sogna nemmeno.Per me era una pacchia. Ci sono andata fino a quando avevo 26 anni.
(Caterina Savorani)
>>Il Convento mi è sempre servito come punto di riferimento.Quando ho avuto dei grossi problemi nella mia vita e mi sentivo sola, mi sono detta: "Dove vado a finire? Io mi ricovero dalle Suore.Una stanza me la danno e in cambio offro la mia manodopera".' Sono sempre stata convinta che non mi avrebbero rifiutata perchè mi conoscono.Mi hanno avuta fin da piccola, cattiva o buona, da poco o da molto, loro sapevano chi ero. Questo pensiero mi dava sicurezza.
>>La domenica pomeriggio sono sempre andata dalle Suore. Proprio mi mancava se non ci andavo, perché non sapevo cosa fare e mi annoiavo.Invece lì trovavo tutte le mie amiche. Anche solo indossare il vestito della domenica per andarci, ti faceva sentire in festa. Eravamo un gruppo veramente affiatato e c'è rimasto ancora un legame fra di noi. Era molto bello trovarsi insieme. Giocavamo, ballavamo tra di noi canticchiando le canzoni in voga che avevamo ascoltato alla radio. Si correva, si facevano delle birichinate, però erano tutte cose buone, ingenue. Proprio per questo ho avuto un'infanzia e un'adolescenza molto belle e spensierate.
(Antonietta Ferniani)
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>>Avevamo la bottega da fruttivendolo davanti allo spaccio di Nino, la mia mamma teneva aperto anche la domenica pomeriggio e faceva le arroste. Le bambine e le ragazze che andavano dalle Suore, erano tutte lì vicino ad aspettare che aprissero il portone . Prima di entrare, compravano un sacchetto di arroste o di noccioline o la carruba.
(Lella Piancastelli).
>>La mia mamma mi diceva:- Ti farai suora, sei sempre dentro al convento!- Infatti o dovevo andarmi a confessare o dovevo andare a una riunione o per altri motivi. Ci andavo per fare un giro.La domenica, invece, aveva piacere che ci andassi. Da ragazzine , di nascosto dalle Suore e dalla mamma, con una scusa uscivamo dal ricreatorio un'ora prima e andavamo a ballare a Castellina in bicicletta. Facevamo a turno: una stava seduta sulla sella e l'altra stava in piedi e pedalava. Una volta la bicicletta era sgonfia, dovemmo fare il tragitto di ritorno a piedi e facemmo tardi. Non ricordo come riuscimmo a coprire la marachella!.
(Marisa Samorè)
>> La domenica ci prendevano solo se avevamo le sottane che coprissero il ginocchio e a me non piacevano così lunghe. Allora la mia mamma mi aveva fatto una gonna con le bretelle e nelle bretelle aveva fatto vari occhielli a diverse altezze. Quando dovevo andare nel Convento, abbottonavo le bretelle nell'occhiello più basso in modo che la gonna si allungava. Ma poi anche il punto vita della gonna mi scendeva quaggiù!
(Assunta Benini)
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Perle dalla scuola elementare
xx A caccia. Quando il seguente animale è voltato da una parte che non lo vede e non ci bada fa un gran balzo saltandoci addosso.
xx La Pasqua non è un festa che si fa il giorno di Natale.
>>I momenti più divertenti che ricordo sono quelli degli Esercizi Spirituali. La sera indossavamo i nostri camicioni e dormivamo nelle camerate dove i letti erano tutti separati da tende. Ci sorvegliava suor Maria Maddalena e continuava la soveglianza fino alle undici.Passava su e giù tra le file di letti, ma le sue scarpe facevano un po' di rumore. Quando la sentivamo arrivare, facevamo le brave, tutte ferme nei nostri letti, ma, appena se ne andava, aprivamo le tende e ci tiravamo i cuscini. Ci divertivamo veramente. Alla fine degli Esercizi, che duravano tre giorni, facevamo la processione di sera con i ceri accesi. Prima, però, ognuna di noi doveva scrivere i suoi peccati su un foglietto. Suor Maria Maddalena si accertava che avessimo scritto, ma di lontano, per discrezione. Se vedeva che la lista era corta, diceva: "Ne hai scritti pochi. Pensaci ancora." E noi, Mariulì ed Savino, Carla Montuschi, Caterina della Torre, Dilva Melandri Tina ed Risé, ne inventavamo degli altri lì per lì. Quando la processione arrivava davanti alla Madonna della Montagnola, ognuna di noi posava il suo biglietto su un bracere dove si bruciava. Era come un rito di purificazione, ma noi, naturalmente, lo prendevamo in allegria come un gioco.
(lAntonietta Ferniani)
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>>Avrò avuto 15/16 anni quando andai con altre amiche per fare tre giorni di Esercizi Spirituali in una villa nei dintorni di Faenza. Andammo a Faenza in treno e, poi raggiungemmo la villa a piedi. Mi pare fosse oltre il Cimitero degli Inglesi, a Santa Lucia. Annessa alla villa, c'era una graziosa chiesetta. Al prete, che ci faceva le prediche,ponevamo delle domande che gli sembravano un po' scabrose e lui le evitava sempre dicendo: " Adesso non andiamo fuori del seminato."
(Vilma Piancastelli)
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>>Una domenica, durante la gita a Rontana con la Suora, Margherita Cavalli perse la giacchetta di maglia. Per quei tempi era una cosa disperata, perché non si avevano tante possibilità. Non sapevamo come fare a dare la notizia alla sua mamma. Malva Ferretti si fece coraggio e disse: " Signora, è successa una disgrazia. Margherita ha perduto la giacca."Sembrava fosse morto qualcuno!
(Assunta Mondini)
>>Come non ricordare i rosari recitati lungo gli interminabili corridoi, in fila, sul bordo colorato del pavimento? E il sottoscala di suor Anna Maria e i suoi magici Pinocchietti? Ricordo con gioia le ore passate con suor Maria Francesca che ci insegnava il catechismo e ci raccomandava sempre di essere brave e buone. Le piacevano tanto le mie trecce che poi, per una lunga degenza, dovetti tagliare.Allora mi pettinavo i capelli con un fiocco nero in alto da un lato. Suor Maria Francesa mi diceva: " Finché porterai quel nastro sarai sempre una brava bambina".Evidentemente quella pettinatura significava per lei modestia e ingenuità di bambina.
(Imelde Ceroni)
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>> Con Giovanna Samorì e Rosa Farina, che erano le mie amiche del cuore, oltre a giocare insieme, ci confidavamo i segreti e ci chiedevamo anche come nascevano i bambini.Una volta in chiesa, avevo 10 anni, ci diedero un foglietto dove era scritto di chiedere alla mamma come nascono i bambini. Io andai a casa col foglietto, lo diedi alla mamma e lei mi disse: "Chiedilo domani alla maestra." Avevo come maestra la signora Iole Ghezzi. Alla mia richiesta, rispose. " Chiedilo ai tuoi genitori." Così rimasi col foglietto e col mistero irrisolto.
(Stefania Monduzzi)
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Perle dalla scuola elementare
☻☺ Il cristianesimo. Ci riuniamo in chiesa per pregare per i signori e i ministri.
☻☺ Il camoscio esrcita sulle rocce dei club alpinistici.
Quando a15 anni smisi di andare dale Suore, mi successe una cosa curiosa: cominciai a sognare, quasi ogni notte, la chiesa del Convento dove ero stata tante volte a dire il rosario con le altre e alla Benedizione. Era diventato un sogno talmente ricorrente che con mia sorella Imelde decidemmo di andarci. Ci accompagnò suor Giuseppina Nanni, di origine brisighellese. Prima visitammo gran parte del Convento, poi ci mostrò per bene ogni angolo della chiesa. Da allora il sogno sparì.
(Nazzarena Ceroni)
Con Mariulì, Antonietta della Lea,Erminia Ronconi, andavamo a rubare l'uva da tavola dell'Arciprete Cantagalli.
L'aveva dietro il " Vaticano", verso la ferrovia dove una volta c''era il cimitero. La vite era dietro la capanna che era servita come camera mortuaria. Ci divertivamo e ci siamo divertite sempre e per tanti anni anche dalle Suore. Agli Esercizi Spirituali una sera a cena c'erano le polpette. Mariulì voleva fare la raffinata e mangiarle con forchetta e coltello, ma le saltarono in mezzo al refettorio. E noi tutte a ridere e le Suore a sgridare perché avevamo rotto il silenzio.
(Carla Montuschi)
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Mi piaceva tanto la Processione del Corpus Domini in convento perché le interne facevano dei quadri viventi nei corridoi. Davanti alla processione ci eravamo noi esterne vestite di bianco, poi le Suore col velo bianco seguite da quelle col velo nero e dietro tutte le altre persone Si cominciava dal corridoio del pianterreno poi si saliva a quello del primo piano.
(Assunta Mondini)
>>Prima di passare alla Comunione, io e Bianca Serasini fummo messe in ritiro nel convento. Io piangevo sempre. Mi faceva paura stare là, in quelle stanze immense, senza la mia mamma e i miei fratelli.
(Marisa Samorè)
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Perle dalla scuola elementare
♠○ Vedo un assiugamano, lo prendo, lo arotolo e pongiundo le due stremità.
♣○Giunge alle mie orecchie un salto di precipizio. Sarà la mia sorella che è caduta da una sedia.
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LA STALLA
Il complesso chiamato La Stalla è un angolo del Convento dove ragazzi e ragazze possono fare rumore senza disturbare gli altri ospiti. Era stato effettivamente una stalla per le mucche, ma poi era stato adoperato come ripostiglio. Una domenica presi sulle spalle Elisabetta Ferroni che era piccola e magrolina e le dissi;" Comincia a tirare giù le cose che forse riusciamo ad entrare." E così, da quel giorno, continuammo a sgombrare e lavorare coi ragazzi e anche coi genitori, per 5/6 mesi per rendere abitabile il locale. In effetti si trattava di tre locali che, una volta sgombrati, furono disinfettati e imbiancati. Nel primo locale una parte l' abbiamo lasciata rustica com'era. C'è ancora la posta con la greppia e nell'angolo dove c'era un piccolo recinto chiuso da un cancelletto per i vitellini, ci facemmo il caminetto. Serve per riscaldare l'ambiente e anche per cuocere quando facciamo delle feste. È la sala del Dialogo. Nella seconda stanza c'è il sasso a vista fino a una certa altezza, abbiamo tolto la greppia ed eliminato il dislivello con un pavimento in cotto. Di lì si passa alla terza stanza molto più grande che era il fienile e che ora è la stanza dove si gioca e si ascolta musica. Col tempo, abbiamo aggiunto un'altra stanza che era il garage delle Suore e c'è il tavolo da ping pong, il calciobalilla e così via.
All'inizio venivano i ragazzi delle Medie e delle Superiori, adesso invece vengono soprattutto i ragazzi delle Superiori. Passano qui il pomeriggio della domenica e possono venire anche il sabato e la domenica sera dalle 20 alle 21 e15. Ci sono ovviamente tavoli sedili, divani e...musica!
Suor Marisa (da completare)
SEMPRE NEL CONVENTO MA IN ALTRI MOMENTI E OCCASIONI
Non abbiamo smesso di frequentare il Convento anche se gli anni ci hanno tolto quei bei pomeriggi di gioco. Non ci troviamo più ogni domenica, ma ci raduniamo una volta l'anno tra ex allieve esterne per rivederci, pranzare insieme, ricordare e aggiornarci.
Il primo incontro è avvenuto nel 1993 la seconda domenica di ottobre che è diventata un appuntamento fisso finchè la pandemia ci ha costrette a rininciare a quello dell'ottobre 2019. Trascrivo qui brani o solo qualche riga del commento agli incontri.
Ottobre 2004
Un cerchio che ha vent'anni
Cielo d'ottobre, indeciso se squarciare le nuvole su lembi di azzurro o cedere a spruzzi di pioggia. In cortile, dopo il lauto pranzo, sedie in circolo serrate l'una all'altra senza vuoti, almeno apparenti, perché in effetti i vuoti ci sono: tante ex allieve e tante Suore sono salite al di là di quel cielo ottobrino e forse guardano sorridendo noi che siamo rimaste a perpetrare i ricordi di tempi così diversi, di episodi dal sapore di favola. Sono già 22 anni che quel cerchio di sedie si forma e il merito di aver dato l'avvio a questi incontri va a Liliana Benericetti, entusiastica promotrice, coadiuvata da Assunta Benini e Rosa Cornacchia che, nei primi anni, si adoperarono nell'apparecchiare e nell'abbellire le tavole con vasetti di fiori. Di Liliana ricordo la struggente testimonianza di un episodio di vita vissuta negli anni '40, piccolissima, quando era all'asilo. Allora le bare bianche non erano insolite. : " Mi impressionò molto la morte di una bambina. Il giorno prima quella bambina non faceva che piangere e noi, spietati come lo sono i bambini, la canzonvamo cantando: " Piangolò dal 7 candél fa la papa te solèr, fa la papa tla scudèla, piangolò ed Brisighèla". Nella vita questo avvenimento mi ha fatto riflettere. Quando mi trovo davanti a certe situazioni, mi dico che prima di giudicare bisogna riflettere".
Ma ecco che torna un gruppo di "ragazze" dal consueto giro alla montagnola, dopo il periplo dell'orto. "Abbiamo rubato delle giuggiole e qualche mazzetto di ribes" confessa allegramente arta Cornacchia. Il fatto recente stuzzica la memoria e vanda Billi racconta che qualche volta andava con altre bambine nel giardino a prendere i limoni dalle piante del giardino. Fu geniale il mezzo di dissuasione escogitato dalla Suora giardiniera. Una domenica trovarono su ogni vaso un cartello con su scritto il numero di limoni presenti. Le raccoglitrici busive, sentendosi scoperte, persero coraggio e misero fine alle loro imprese. Sugli ultimi simpatici ricordi scende leggera...la benedizione del cielo. È ora di rientrare. Quando ci sarà il prossimo incontro?
Carla Ciani
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Ottobre 2009 26° incontro
Quando i pensieri corrono
Una doenica di ottobre che ha ancora bagliori estivi, colori accesi e profumo di ...pizza fritta.. Di questa leccornia, in cui le Suore sono maestre, abbiamo fatto scorta per condividere a casa coi familiari il fragrante sapore di una pizza fatta a regola d'arte. Pomeriggio all'aperto, sedute all'ombra dei secolari abeti, testimoni nel tempo di alterne vicende. Distrarsi un momento vuol dire sentir fluire i ricordi alla rinfusa, senza un preciso ordine temporale, come lo sono i pensieri lasciati correre a briglia sciolta. Presso la fontanella nell'angolo uno sfollato della Casa di Riposo di Faenza spacca la legna.Lo spostamento d'aria di una improvvisa granata lo scaglia lontano uccidendolo sul colpo. Sfilano ragazze in perfetto allineamento nella loro lezione di ginnastica all'aperto. Arriva suor Eletta col suo carico di erba. "Fate piano", dice quando si passa vicino al pollaio, " che mi svegliate le galline". Alla montagnola, luogo magico dove gioco e fantasia si fondono, corrono bambine lungo i viottoli fiancheggiati da siepi di bosso. Lì fioriscono spontaneamente grandi campanule bianche, là ci si trasforma in regine incoronandosi con serti di foglie di lauro ceraso, cucite insieme con aghi di pino.Una noce o un'avellana, scovate tra le foglie cadute, appaiono come un bottino prezioso e le tasche profumano delle nere bacche di alloro. In refettorio suor Angela taglia il pane e le poche bambine rimaste durante la guerra, si leticano le briciole e i frmmenti... Uno scoppio di risa mi richiama alla realtà Dov'ero? Ero qui ma attraversavo gli anni alla velocità del pensiero. Ritrovo il presente, ritrovo i visi sorridenti delle amiche di ieri, di oggi, di sempre. Sono qui ora , adesso, e mi inserisco nella conversazione piacevole come questo autunno travestito da estate.
Ottobre 2011 28° Incontro ex allieve
Giorno di traffico intenso, interminabili file di auto lungo la vallata richiamate dalla Sagra delle Castagne di Marradi e da quella della pPolenta a San Cassiano. Valicata la soglia del Cnvento il mondo rumoroso e movimentato resta proprio chiuso fuori. Il silenzio dei lunghi corridoi è rotto solo dal vociare di amiche che si ritrovano a un appuntamento che non hanno voluto perdere.