Troverete in questa pagina:
-I due Presepi di Fognano del 2018 (nella Chiesa parrocchiale e sotto il loggiato di via Ciani)
-Premessa al libro Fiori di Banco
-Cartolina-Litografia di Giuseppe Ugonia siglata G.U. colorata a mano -Albero di Natale per
i soldati feriti- OSPEDALE DI FOGNANO 25.12.1915
( Per gentile concessione della Biblioteca privata di Filippo Briccoli)
-- Veduta di Fognano, incisione di Ettore Pascali.del 1845
( Per gentile concessione della Biblioteca privata di Filippo Briccoli)
-ll Caffè Lamone ha cambiato look
-Lettera a mio nipote Alex
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La foto mostra un particolare dell' originale presepe nella chiesa Parrocchiale di Fognano. Ogni personaggio è dentro un vaso di vetro, dritto o capovolto, e una lucina s'accende a rendere ancora più magico l'effetto che è già sorprendente. Complimenti per la creatività e la perizia ai genitori dei bambini di quarta elementare.
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IL Presepe a grandezza naturale sotto le logge di Via Ciani
Sono vari anni che un gruppo di volonterosi Fognanesi allestisce un presepe con scene realistiche e personaggi a grandezza naturale. Anche gli animali, pecore e cammelli, asino e bue, sono creati artigianalmente e fanno il loro effetto. Che dire? Mi stupisce e mi rallegra la loro capacità di lavorare insieme per abbellire il paese nella ricorrenza del Natale. Da spettatrice, mi congratulo con loro, li ringrazio per il loro impegno e per il loro estro.
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Da Fiori di Banco di Ada Trerè Ciani
-Nacque una capanna e lì c'era Gesù.
-Questo è il presepio dove Giuseppe e Maria partorirono Gesù
-Quando Gesù è nato ci ha creato il mondo e le città poi ci ha creato noi e le persone.
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Siccome ho intenzione di attingere a piene mani dalle frasi straordinarie di "Fiori di Banco", è giusto che pubblichi anche la premessa della insegnante Ada Treré Ciani che le ha raccolte e che chiarisce come sono "fiorite".
DALLA PREMESSA DI ADA TRERÈ CIANI AL LIBRO "FIORI DI BANCO" PUBBLICATO da BOMPIANI (1973)
Ho raccolto questi "fiori di banco" durante i miei quasi vent'anni di insegnamento presso le scuole elementari. Tengo a sottolineare che sono fioriti a cura di bambini normali, provvisti di intelligenza normalissima e di normalissime attitudini allo studio. In vent'anni di insegnamento rare volte mi è capitato di trovare negli elaborati di un bambino di intelligenza limitata qualcosa di diverso dai comuni, pietosi errori di ortografia e di sintassi : cose che non fanno davvero sorridere.
I "fiori di banco" sono dunque spuntati sotto la penna di bambini che avevano con la scuola tutte le carte in regola e che provenivano da famiglie delle più varie condizioni sociali. Erano figli di professionisti e di operai, di impiegati e contadini, di commercianti e artigiani ed erano tutti normalmente inseriti nella famiglia e nel gruppo.
Tenterò ora di spiegare perché e come questi " fiori" siano nati e quale è stata la mia reazione nel coglierli.
Alle elementari l'essere interrogato viene spesso considerato dal bambino come un premio, un privilegio. Quando un bambino ha capito una lezione, o crede di averla capita, vuol darne la dimostrazione: quindi mi sono trovata, e mi trovo spesso, davanti ad una intera scolaresca che vuol essere interrogata al completo.
"Io ho capito bene, mi interroga?"
"La so tutta, vengo?"
È ovvio che non si può interrogare tutta la classe ogni giorno e allora ogni tanto propongo quella che chiamiamo" interrogazione scritta": In questo caso il nostro "cartolaio" distribuisce i foglietti e io assegno a ciascun bambino una domanda oppure chiedo semplicemente di espormi la lezione che desidera ripetermi. Immediatamente i bambini si buttano a scrivere.Qualcuno di essi se la cava con poche righe, qualcun altro riempie una paginetta o due. In quei momenti uno si preoccupa soltanto di trasmettere alla penna ciò che gli urge nella mente. Vogliono dire tutto e presto: tutto per fare bella figura, presto per non lasciare indietro nulla. Più sono le cose da dire maggiore è la fretta di scriverle per non lasciarsele sfuggire.
Giù tutto d'un fiato, a precipizio, fino al punto fermo finale accompagnato invariabilmente da un sospiro di sollievo e da una corsa alla cattedra per depositare il foglietto.
"Hai riletto?"
Domanda inutile. Il bambino risponde di sì per mettere in pace la sua coscienza e per accontentare la maestra. Quando il discorso non fluisce e quando la penna si inceppa, ci si spiega come si può, pressappoco,tanto la maestra capisce lo stesso quello che si vuole dire; e poi questa è una interrogazione, non una composizione in margine alla quale segna cerchi e crocette. Infatti nel leggere i foglietti che mi vengono consegnati non tengo mai la matita in mano, non rilevo errori, non scrivo giudizi: mi limito, alla fine, a un giudizio vebale, a qualche osservazione.
_" A quel tempo cominciarono a crescere i fiumi, i laghi e i mari così la terra si popolò"
È proprio necessario, direbbe l'autore di questo fiorellino, perdere tempo a spiegare che con l'acqua anche la vita comparve sulla terra?
"Una lupa era venuta ad assetarsi, vide i due gemelli e li allettò". Un banale scambio di vocali: basta poco per far ridere i grandi, smaliziati, che fanno nascere i significati più strani da due errori innocenti solo perchè hanno più dimestichezza con le parole...
Se il bambino avesse riletto con attenzione avrebbe certamente corretto da solo senza nemmeno dubitare che quel piccolo scambio di vocali potesse aver dato alla lupa intenzioni così diverse da quelle che aveva. Inutile e inopportuno far rilevare l'equivoco.
Ci sono bambini attentissimi alle spiegazioni e allergici allo studio e al ripasso, che non perdono una parola di quello che dice la maestra, ma non si curano di studiare la lezione "tanto la sanno già". Risultato: non vedendo la grafia di certi nomi, li scrivono poi come credono di averli sentiti pronunciare:
" I Tarentini volevano diventare più potenti dei Romani e chiesero aiuto a Birro, re delle Biro."
Se invece che scriverla, questa frase, il bambino l'avesse esposta oralmente forse si sarebbe appena notato l'errore e il fiore non sarebbe mai spuntato.
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DALLA SUA NOTA ALLA TERZA EDIZIONE DEL LIBRO (1990)
......I piccoli giardinieri di "Fiori di Banco" non hanno deposto gli arnesi. Quelli di allora sono ormai degli idraulici affermati o hanno scelto la via meno redditizia della laurea. Hanno un impiego, sono padri di famiglia e registrano gli svarioni dei loro colleghi o dei presentatori televisivi, che non suscitano più il riso ma la pena e l'urtare di gomito. Oggi i "fiori" si raccolgono in TV ma sono fiori di plastica, non hanno profumo né fragranza e si chiamano "papere".
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Da Fiori di Banco
- I barbari erano quelli che venivano di là dai confini per frugare nella roba dei Romani
-Marco Polo, Niccolò e Matteo erano una numerosa famiglia.
-Brisighella.I due castelli furono costruiti su due colli per evitare i combattimenti così gli assalitori venivano sconfitti immediatamente e si finiva subito.
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Per gentile concessione del collezionista, Filippo Briccoli, ho la fortuna di poter pubblicare questa 'preziosa' cartolina che ci ricorda quando, nel nostro Convento, erano ospitati i feriti della prima guerra mondiale. La dettagliata descrizione della cartolina è dello stesso Filippo Briccoli che la possiede nella sua straordinaria collezione.
ALBERO DI NATALE PER I FERITI
OSPEDALE DI FOGNANO 25.dicembre.1915
Litografia siglata GU (Giuseppe Ugonia, Faenza 1881–Brisighella 1944) con coloratura manuale.
Sul verso: “Cartolina Postale” [non viaggiata] e la quasi illeggibile stampiglia ”Prem. Lit. Morgagni, Faenza” (1915). Nell’angolo alto a destra si trova, a convalida dell’insediamento ospedaliero, un timbro militare rotondo, a inchiostro, con stemma coronato, circondato dalla dicitura ”Ospedale Militare di Riserva”.
La complessa, artistica composizione rappresenta una scena notturna attraversata da una risplendente stella natalizia che illumina, aldilà di un monumentale arco con balaustra, il Paese di Fognano stilizzato e sintetizzato nei suoi profili più identificativi: Il Duomo, il campanile della piazza e il bianco campanile dell’Istituto EmilianiOspedale contrassegnato da un bianco vessillo crociato.
In primo piano, una bandiera tricolore sventolante avvolge in un serrato abbraccio le fronde di un alloro e una robusta quercia, simbolici riferimenti a una classica iconografia che vede i tralci delle due piante, qui in simbiosi, utilizzati per incoronare i vincitori e gli eroi. La quercia poi, albero sacro per eccellenza, nella sua maestà adulta denota solidità e immortalità a causa della durezza del suo legno considerato incorruttibile. Analogamente nell’alloro sempre verde si può ravvisare il simbolo del trionfo e della gloria immortale derivante dalle patrie vittorie.
Occupano gli angoli superiori della raffigurazione l’insegna a colori della Croce Rossa e lo stemma sabaudo.
Filippo Briccoli


Documento storico piuttosto antico, che ha fatto conoscere a tutta Italia un paese non troppo noto all’epoca.È una riproduzione a colori d’epoca. È stata incisa da Ettore Pascali ed è intitolata Veduta di Fognano nella Legazione di Ravenna.
Fu pubblicata a Firenze nel 1845 dall’Editore Attilio Zuccagni-Orlandini sull' Atlante Illustrativo ossia Raccolta dei principali Monumenti italiani […] per servire di corredo alla "Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia", Stato Pontificio. Volume II.
(Ra 0063 – Biblioteca privata Filippo Briccoli. Per gentile concessione).


Lettera a mio nipote Aex
Caro nipote Alex, qui trovi una data triste, è quella in cui le ceneri del tuo nonno Alex furono portate al cimitero, dieci anni prima della tua nascita. Non potrai mai nemmeno immaginare quale gioia sarebbe stata per lui averti per nipote. Forse la stessa grande gioia che avrebbero provato i tuoi nonni di Bruxelles che non hai potuto conoscere. Porti il suo nome e il suo cognome e voglio copiare qui il discorso che il vice presidente dell'AVIS* e dell'A.I.D.O.* lesse all'arrivo delle ceneri. Così,almeno in parte, conoscerai un lato generoso del suo carattere.
18 Agosto !997
" Per ricordare Alex Ballieu, non si può fare a meno di sottolineare la sua attività di volontariato nelle Associazioni A.I.D.O. e A.V.I.S. Ha creduto nella donazione degli organi fino alla fine donando le proprie cornee per ridare la vista a chi non l'aveva più o non l'aveva mai avuta. Era iscritto al gruppo A.I.D.O. di Brisighella, di cui è stato uno dei fondatori nel 1973 insieme alla moglie Carla. Successivamente si sono iscritti anche i figli.
Alex Ballieu era convinto già nel 1973 che il trapianto di organi era e lo è tuttora una terapia per salvare o rendere migliore la vita di tante persone che hanno gravi disfunzioni nei loro organi vitali. Nella sua breve vita è stato di esempio a tanti, ed insieme a sua moglie Carla, ha fatto in modo che il gruppo A.I.D.O. di Brisighella funzionasse sempre meglio.
Dall'A.V.I.S. è stato insignito della medaglia d'oro per cento donazioni.
La perdita di Alex Ballieu lascia un vuoto incolmabile nelle due Associazioni oltre che nella sua famiglia."
Luciano Albonetti
AI.D.O. Associazione Nazionale Donatori Organi
*A.V.I.S. Associazione Nazionale Donatori Sangue
Aggiungo che , per sua espressa volontà, sono state donate le sue cornee.
Nonna Carla


ll Caffé Lamone ha cambiato look
Domenica,1 dicembre 2019, il bar Lamone ha cambiato aspetto. Ora sembra di entrare non in un bar, ma nell'accogliente salotto-tinello di una casa. La creatività e l'immaginazione dei due giovani e nuovi gestori, Giampiero e Massimiliano, hanno reso il luogo rilassante e originale. Ci sono tavoli diversi tra loro, lo stesso vale per le sedie.Tutto l'arredamento è stato scelto con l'intento di accostare il vecchio al nuovo (più al vecchio che al nuovo) e di creare un'atmosfera invitante e piacevole.
C'è la bicicletta della nonna (anni ante guerra ) appesa a una parete, c'è una credenza anni 50 con sopra tante caffettiere 'vissute'. Alle pareti quadri e foto. Non mancano i fiori.
In un angolo c'è un invitante scaffale con libri a disposizione di chi vuol trascorrere un po' di tempo davanti a un caffè, c'è l'angolo slot machines schermato da un grazioso paravento in ferro battuto e c'è pure un angolo bar per cani (ammessi e coccolati) con ciotole per l' acqua e i croccantini. Il tutto sul pavimento originale di questo bar dichiarato nel 2010 "Bottega storica ". Vale la pena di dire che le mattonelle del pavimento sono le prime che furono fatte in gres e che portano ciascuna la firma di Zauli, famoso ceramista faentino.
2021
Sono passati 2 anni dal cambiamento di gestione del Bar Lamone. Da locale, dall'atmosfera calda e confortevole, è diventato un vero salotto anche culturale.La fantasia,l'intelligenza, l'amore per gli oggetti curiosi e antichi, soprattutto di Giampiero, hanno continuamente arricchito l'ambiente. Da Massimiliano e Giampiero non si gusta solo il caffé o un'altra consumazione, ma si ha l' occasione di osservare sempre qualcosa di nuovo che ci riporta al passato come se si fosse in un piccolo interessante museo.